Fatti che non volevate sapere ma ve li dico lo stesso

Sull’ironia

Ieri ho preso una decisione importante: ho avviato le procedure per chiudere la pagina facebook della Freelance di mmmerda.

 

Ehi amica, tutto qui? Chissà che mi credevo! Ora vengo e mi spiego.

Qualche tempo fa ho cominciato su instagram un giochino: ho provato a descrivere la vita reale dei freelance che lavorano da casa. Una vita di #Ilovemyjob in pigiama, sfatti, una vita di ore al computer, di colazioni tutt’altro che #amazing, di pasti consumati davanti allo schermo, di caldaie malfunzionanti, di solitudine, una solitudine mortale.

Così è nata la freelance di mmmerda, un gioco ironico per parlare della vita vera. O forse l’ennesimo modo per nascondersi. Un gioco che ha raccolto tantissimi consensi, un gioco che mi ha fatto pensare di essere nel giusto, che mi ha fatto pensare: oh Tamara, guarda quanto sei riot, distruggi il sistema dall’interno e lo fai con le battute, brava, era quello che mancava nel mondo.

Da quando ne ho cognizione, condisco tutto con l’ironia. Vivo costantemente in bilico fra il mio essere leggera, divertente, superficiale e il mio essere seria, posata, quella che se prende un impegno lo porta a termine, quella che si sacrifica, che è capace di lavorare ore su un dettaglio, quella che tutto deve essere perfetto, il lavoro, il mondo, io. Non ho mai imparato l’indulgenza verso me stessa, non mi sono mai permessa di fare cazzate, quelle vere, ho tenuto le ginocchia e le mani in salvo, niente segni, niente errori.

Una volta, in Tennis, tv, trigonometria, tornado di David Foster Wallace ho letto questa frase: “La vera ironia si usa solo in casi di emergenza. L’uso prolungato la fa diventare la voce di gente in gabbia che ha finito per amare le proprie sbarre.” Non ci avevo dato peso ma mi è tornata in mente e finalmente ne ho colto il significato.

L’illuminazione è arrivata come al solito dai social: ho girato delle instagram stories con il mio telefono. Sei piccoli video della durata di dieci secondi ciascuno. In almeno tre di quei video mi davo: della cessa, dell’incompetente, consigliavo di rivolgersi a qualcun altro per lavorare, dicevo di non essere capace di fare una cosa solo perché non ci avevo mai provato. Pensavo di aver condiviso dei video divertenti ma quando li ho riguardati è arrivata la pugnalata: cosa stai facendo? cosa stai dicendo? perché ti offendi? perché riservi a te stessa parole di odio, di disprezzo? le diresti mai a qualcuno che ami? perché non smetti di sabotarti? perché non esci allo scoperto e rischi, come fanno tutti?

Io non devo niente a nessuno, io non devo niente al mondo, io non devo fare quello che piace gli altri, io non devo, non vi devo, io mi devo qualcosa, io sono in debito con me stessa da trentatré anni, io mi devo amore, mi devo rispetto, mi devo accettazione, mi devo riconoscenza, cura, delicatezza.

Perché ho ucciso la freelance di mmmerda? Perché quando ho cliccato sul tasto Elimina mi sono sentita libera, leggera.

Non voglio più essere quella persona, perché non sono quella persona. Da oggi non mi nascondo più.

Sono qui, sono questa. Che vi piaccia oppure no.

 

 

Un pensiero riguardo “Sull’ironia

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